Pubblicato da: Isi | 12 dicembre 2013

Dentro la tratta

Michele Zanin

Michele Zanin

Come per la scorsa intervista, anche quella di Michele era stata annunciata via facebook. Devo dire che sono rimasta molto colpita da quello che mi ha raccontato – perché è una realtà che ti immagini o percepisci come distante che sì, la leggi sui giornali negli approfondimenti ma non pensi che possa coinvolgere la tua città. Se poi è una piccola, apparentemente tranquilla, isola felice, di montagna…ancor di meno. E ancora meno-meno se penso che in Via Brennero ci abitavo, le ragazze le vedevo, ci salutavamo (io sono perennemente in giro a piedi) e poi svoltavo per andare a casa. I saluti me li ricordo un po’ timidi, io che pensavo: saluto perché sì, se vedo le persone più di due volte di fila io saluto (anche in ciclabile, ora che ho traslocato e faccio un altro tragitto e la mattina alle 7 incrocio sempre le stesse persone con gli stessi cagnotti, ci si saluta). Però appunto con loro non sapevo mai cosa avrebbero pensato ed ero un po’ intimidita. E ad essere sincera non mi ricordo se loro ricambiavano i miei saluti, ma mi piace pensare di sì. Anche perché, come avevo letto in un libro tempo fa, è bene ricordarsi che “gli altri hanno sempre più paura di te”. Se a me faceva strano salutare, chissà a loro a rispondermi.

Faccio un ulteriore appunto: a me, del discorso prostituzione, incuriosisce tantissimo il maschile. Mi piacerebbe parlare con qualcuno che regolarmente “utilizza questi servizi”. Dal sito dell’Altrastrada, è riportata una stima: circa un italiano su 3 è un cliente. Con fascia d’età molto ampia, da giovanissimi a pensionati. 1 su 3 fa stranissimo: cioé, se penso agli uomini che mi circondano vuol dire che già tra mio papà, mio marito e mio suocero…ecco, ci siamo capiti. E non vorrei essere fraintesa: non è una questione di giudizio: è solo curiosità. Voglia di capire i meccanismi, le dinamiche. Tutto qui. Detta tutta, visto che in pochi diranno apertamente di essere clienti, mi piacerebbe anche capire come vengono fatte queste stime. Chissà, magari un giorno riuscirò ad approfondire l’argomento 🙂 oppure se qualcuno ha già preso in mano questo discorso, resto aperta ad essere “istruita” 🙂

Buona lettura!

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La tratta di esseri umani per sfruttamento sessuale è un fenomeno globale che coinvolge anche Trento. In Provincia è attivo un tavolo che coordina il lavoro di reinserimento delle vittime; tra le realtà che vi partecipano l’Altrastrada. Ci parla il presidente, Michele Zanin.

Di tratta si parlerà all’evento di mercoledì 11 dicembre.

Sì, presso il Cinema Astra alle 20:30 per la proiezione di “Sisters of no mercy”. Ingresso 4 €, meglio prenotare i biglietti. Seguirà un dibattito con il regista Lukas Roegler (da confermare) e rappresentanti degli organizzatori, Altrastrada e Amnesty International Trento.

Quali sono i dati relativi a Trento?

Ci occupiamo esclusivamente della prostituzione su strada, non negli appartamenti. In una serata tipica incontriamo, limitandoci alle nigeriane, tra le 5 e le 15 ragazze solo su via Brennero.

Come mai la scelta di focalizzarsi sulle nigeriane?

Quand’è nata l’associazione abbiamo deciso di concentrarci su quelle che ci sembravano le più deboli, per cui era più evidente che non si trattava di una scelta.

In che misura la prostituzione è una scelta, se mai lo è?

Forse la cosa più corretta è dire che non è una scelta ma un percorso di vita che può portare in quella direzione, magari per mancate opportunità. È difficile dire che per alcune è una scelta perché in realtà esprimi un giudizio.

Come arrivano, qual’è il viaggio che affrontano?

La modalità più diffusa fino a qualche anno fa era il reclutamento attraverso persone di cui si fidavano. In alcuni casi non viene detto che verranno in Europa per prostituirsi ma per lavorare o studiare. A volte sono i genitori che le vendono. Partono, accumulando un debito legato al costo del viaggio che spesso è clandestino. In molti casi il viaggio è via terra attraverso il deserto. Arrivavano spesso in Libia dove venivano iniziate alla prostituzione, e dopo cercavano di attraversare il mare.

E una volta arrivate a destinazione?

Vengono passate di mano e finiscono dalle mamam, donne che comprano le ragazze pagando il debito di viaggio ai trafficanti. Il debito poi è con la maman. Spesso la traiettoria è che una donna venga trafficata; dopo qualche anno riesce a pagare il debito che può essere di 50, 60 mila euro. Poi lavora per mettere insieme un capitale, investendolo per comprare le ragazze e diventare una maman.

Hai mai avuto modo di confrontarti con una maman?

A volte abbiamo avuto la sensazione – confermata dalle forze dell’ordine in alcuni casi – che alcune ragazze che incontriamo sono sfruttatrici che controllano le ragazze nuove. Se anche ne abbiamo il sospetto non possiamo comportarci di conseguenza perché magari sbagliamo.

Le forze dell’ordine come lavorano?

Fanno delle indagini per trovare gli sfruttatori, la legge italiana protegge le vittime. C’è un articolo che prevede che la persona sfruttata, se denuncia gli sfruttatori, ha diritto automatico al permesso di soggiorno per un periodo. Solo che questo non accade perché vorrebbe dire denunciare delle persone che sono viste come benefattori. C’è un legame psicologico fortissimo. Denunciare qualcuno della proprio comunità vorrebbe dire autoescludersi dalla vita sociale con tutti i suoi membri, quindi capita di rado.

Manca la consapevolezza di essere sfruttate?

Qui hanno la possibilità di mantenere la famiglia a casa. Il regista del film è andato in una scuola nigeriana e ha chiesto quanti avessero familiari in Europa. Praticamente tutti hanno alzato la mano.

altrastrada_viabrennero

Pagano il debito e mandano soldi a casa.

Si impegnano a pagare una certa cifra alla settimana o al mese. Non è necessario che si prostituiscano, l’importante è che paghino il debito alla maman. Viste le cifre in gioco, l’unico modo è quello. A parte che non hanno i documenti, anche se li avessero e lavorassero in fabbrica i soldi non sarebbero abbastanza per coprire il debito.


Risposte

  1. Proprio un gruppo di ricerca dell’Università di Trento si è occupato di studiare la prostituzione dalla parte del consumatore. Prova a cercare qualche articolo/intervista di Andrea Di Nicola.

    Ciao!

  2. Ma dai, grazie 1000 per la segnalazione! Forse attraverso Transcrime…ci butto un occhio 🙂


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